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la musa e il piffero
(a cura di Valter Biella - ultimo aggiornamento agosto 2016)


la musa che accompagnava il piffero, presenti nell'area compresa tra Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza



Anthony Baines in "Bagpipe" (Oxford,  1960) parla di una "rara , se non oggi estinta, zampogna dei pastori della zona sub - alpina...", zampogna  illustrata nella collezione Fraser, "Royal Scottish Museum 1947.117"
Si veda:  Alexander Duncan Fraser, Some reminiscences and the Bagpipe, Edimburgo 1907, a pagina 232.
Erroneamente è stata chiamata da Baines "zampogna della zona sub-alpina", collegandola alle Alpi. In realtà una verifica eseguita dal Prof. Febo Guizzi ha potuto stabilire con certezza che si tratta di una Musa.


Di questa musa ne è stato fatto un rilievo nel 2015 da Daniele Bicego, disegno di Ferdinando Gatti. La relazione è stata pubblicata in "La piva dal carnér" n° 13, seconda serie,
a pagina 12, giugno 2016. La pubblicazione si può scaricare qui.
Qui trovate un altro articolo sulla medesima musa, sempre di Daniele Bicego.
Qui invece trovate un articolo di Julian Goodacre.

Nell'articolo del  "Giornale di Voghera" del 29 dicembre 1932, viene descritto il presepe vivente con sfilata attraverso via Emilia, tenuto il 26 dicembre 1932 a cui parteciparono "Un angelo... e dietro ad esso una interminabile teoria di pastori cinti di pelli, e di pifferrari...". Le fotografie della sfilata sono state pubblicate sempre sul giornale di Voghera il 5 gennaio 1933, con la didascalia "Alcune istantanee del Presepio vivente prese durante il corteggio svoltosi per la via Emilia il 26 dicembre 1932". Nel terzo fotogramma compare "Jacmon" Giacomo Sala al Piffero e "Pillo" Carlo Sala alla musa.
Nel primo fotogramma si riesce ad identificare anche il luogo del presepe: si tratta del palazzo della Scuola di Agraria "Gallini" di Corso Genova (oggi Corso Rosselli), a conferma di quanto citava l'articolo: " La partenza (del presepe) avverrà poco prima delle ore 14 dalla Scuola Agraria Gallini di Corso Genova"
Copia del  giornale è depositato presso la Biblioteca Civica Ricottiana di Voghera

La stessa immagine è stata ripubblicata nel bollettino "Don Orione Oggi", n° 17, dicembre 1973, anno LVIII, alle pagine 10 e 11

Roberto Leydi, La zampogna in Europa, Autunno musicale, Como 1979.

A pagina 105 e 107 c'è una sintetica descrizione della musa ritrovata a Pradaglia (Frazione di Fabbrica Curone, Alessandria), lo stesso strumento esposto poi alla mostra su " Gli strumenti della musica popolare in Italia", e descritto in "Pavia e il suo territorio
"

Febo Guizzi, "Primi appunti di ricerca sulla piva e sulla musa." Materiali per il laboratorio di
musica popolare. Autunno Musicale a Como [Dattiloscritto dell'intervento]. 1981

in "Gli strumenti della musica popolare in Italia", catalogo provvisorio della mostra promossa e allestita dalla "Civica Scuola d'Arte drammatica di Milano" in collaborazione con il Museo alla Scala, con il patrocinio del D.A.M.S. dell'Università di Bologna e della Società Italiana di Etnomusicologia. Progetto, ricerca e ordinamento di Febo Guizzi e Roberto Leydi. 1983 - 1984.

Alla pagina 50 è riportato:
- Müsa (chanter, bordone, insufflatore e astuccio per le ancie, senza sacco), misure lungh. mm ch 290, bord. 413, strumento appartenuto al suonatore Carlo Musso "Carlaia" di Pradaglia (AL, Piemonte), XIX sec. ( proprietà F. Guizzi )
Si tratta dello stesso catalogo della mostra citato qua sopra, ma ripubblicato in: "Strumenti musicali e tradizioni popolari in Italia", a cura di Roberto Leydi e Febo Guizzi, Bulzoni Editore, Roma, 1985.
Nella ripubblicazione sono state fatte delle aggiunte dovute all'ampliamento della mostra. Alla pagina 335, oltre alla müsa di Pradaglia già citata sopra, sono stati elencati questi altri strumenti:
- Chanter di Müsa, di ebano, lungh. mm 290, strumento appartenuto al suonatore Raffo ( detto "Müsetta" o "Craidòia"), di Caldirola (AL, Piemonte), morto tra il 1920 e il 1930, XIX sec. (Propietà G. A. Domenichetti).

- Chanter e bordone (con relativo blocco) di Müsa, lungh. ch mm. 312, blocco mm. 114, bordone mm. 377, provenienza sconosciuta (proprietà E. Guatelli)
.
Giorgio Viarengo "Getto", Quel legno suona ancora - due liutai nel territorio del chiavarese, Comune di Chiavari, Stampato nel mese di marzo 1985 da Tipografia "Moderna", Chiavari.

A pagina 10 il piffero e la musa. A pagina 13 intervista a Ettore Losini. A pagina 14 intervista a Stefano Valla e Franco Guglielmetti. A pagina 16 la fotografia di Giacomo Sala "Jacmon" al piffero e Carlo Sala "Pillo" alla müsa. (La didascalia riporta: Tortona 1930).

Dalla rivista francese "Tradition Vivante" , n° 4, aprile -giugno 1985, Lorient, Francia.
Articolo di Giuliano Grasso su piffero e musa: "Cornamuses", alle pagine 165 - 166.
in: "Actes du Symposium International sur la Cornemuse", Le Haye, Pays-Bas, 17 settembre 1988. Stampato a Utrecht nel 1989.

Da pagina 50 a pagina 57, "Les cornemuses de L'Italie du Nord", di Giuliano Grasso. A pagina 52 la fotografia di un  piffero e una  musa costruiti da Nicolò Bacigalupo detto "u Grixiu" e custoditi dalla "Fondazione Museo Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Per gentile concessione di G.Grasso pubblichiamo la foto  della Musa e del Piffero costruiti da Nicolò Bacigalupo "u Grixiu".
"Canti e musiche popolari dell'Appennino pavese, Volume primo. I canti rituali, i balli, il piffero" a cura di Aurelio Citelli e Giuliano Grasso. Realizzato dalla Associazione culturale Baraban nel 1989. Prodotto dalla Cooperativa Controluce di Seregno (MI). Libretto allegato alla cassetta ACB/CF02. La cassetta è stata ripubblicata, con identico libretto, come CD nel 2000 (ACB/CD02) stessa sequenza delle tracce..
Contiene materiale registrato tra il 1958 e il 1988. Del 1958 sono la traccia  6  "Alessandrina di Jacmon",  e la traccia 10 "Monferrina di Jacmon". I suonatori sono sempre Giacono Sala "Jacmon" (piffero) e Domenico Brignoli (fisarmonica) ed i brani  provengono da un nastro registrato nell'agosto 1958 a Negruzzo da Antonio Zanocco.
A pagina 35 è riportata la fotografia di Giacomo Sala "Jacmon" al piffero e Carlo Sala "Pillo", alla musa, che suonano al presepe vivente. (Note. È la stessa immagine pubblicata in "Quel legno suona ancora" del 1985. La didascalia riporta però che è tratta da "Il giornale di Voghera", PV, 1932. ).
Aurelio Citelli e Giuliano Grasso,  La tradizione del piffero della montagna pavese, in "Pavia e il suo territorio", a cura di Roberto Leydi, Bruno Pianta e Angelo Stella,  Mondo popolare in Lombardian° 14, Silvana Editoriale, Milano 1990, pagina 391 - 403.

A pagina 394 viene ricordata la coppia composta dal suonatore di piffero "Jacmon" Giacomo Sala ( 1872 - 1962) di Cegni, e dal suonatore di musa  Carlo Musso detto "Pregaja" di Pradaglia che parteciparono al "1° Raduno Nazionale dei costumi caratteristici" che si svolse a Roma nel gennaio del 1930, in occasione delle nozze del Principe Umberto di Savoia.
Febo Guizzi,  Note organologiche  sul piffero della montagna pavese, in "Pavia e il suo territorio", a cura di Roberto Leydi, Bruno Pianta e Angelo Stella, Mondo popolare in Lombardia n° 14, Silvana Editoriale, Milano 1990, pag 441 - 460.
Alla pagina 458 è riportato un disegno sommario della musa di  Carlo Musso detto "Pregaja" - "Carlaja" (1873  - 1956) di Pradaglia, frazione di Fabbrica Curone (Alessandria), da cui ho ricavato questo schema esemplificativo.
Mauro Balma, La musica del piffero pavese,  in "Pavia e il suo territorio", a cura di Roberto Leydi, Bruno Pianta e Angelo Stella, Mondo popolare in Lombardia n° 14, Silvana Editoriale, Milano 1990, pagine 405 - 439.
A pagina 419 , nel capitolo "Il problema della Musa"  pone il problema del riuso revival della musa oggi.
in: "Canti e musiche popolari" a cura di Roberto Leydi, Electa, Milano, 1990.

Febo Guizzi: "Gli strumenti della musica popolare in Italia", da pagina 43 a pagina 56. A pagina 45 c'è la foto di Giacomo Sala "Jacmon" al piffero  e Carlo Sala "Pillo" alla müsa, mentre suonano per il presepe vivente di Voghera.
(Nota: la didascalia riporta che è tratta da "Il Giornale di Voghera" del dicembre 1932. Si tratta della stessa immagine pubblicata da Viarengo nel 1985, da Giuliano Grasso e Aurelio Citelli nel 1989.
Febo Guizzi, "Guida alla musica popolare in Italia - 3. Gli strumenti", Libreria Musicale italiana, LIM Editrice, Lucca, 2002.
Alle pagine 225 - 234 vengono descritte le cornamuse del Nord Italia.
Cristina Ghirardini , Gli strumenti musicali del Museo Guatelli di Ozzano Taro, Tesi di Laurea in tre volumi,  Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, anno accademico. 2001 - 2002. Nel secondo volume, dalla pagina 724, sono descritte le seguenti müse, o parti di musa:
musa completa n° d'archivio A 13  -  canto n° d' archivio A 80  -  canto n° d' archivio A 81  -  canto n° d' archivio A 82  -  bordone n° d' archivio A 83  -  bordone n° d' archivio A 84  -  terminale di bordone n° d'archivio A 85  -  ance e accessori.
Mauro Balma, Claude Bonnafous, Paolo Ferrari, Luciano Messori, Agostino Zanocco: "Giacomo Jacmon Sala, - Suoni e voci delle quattro province (Alessandria, genova, Pavia, Piacenza)", pubblicazione realizzata dal Centro Etnografico di Casanova Staffora e dalla Società dell'Accademia di Voghera, Nota, Udine, 2004, con allegato un CD che contiene tutta la registrazione storica di Giacomo "Jacmon" Sala al piffero e Domenico "Baciunein" Brignoli alla fisarmonica, datata 24 agosto 1958 e realizzata a Negruzzo da Antonio Zanocco.
Giacomo Sala  in vita sua fece di sicuro coppia con i suonatori di Musa Carlo "Carlaia" Musso di Pradaglia e Carlo "Pillo" Sala e probabilmente da giovane anche con Giovanni Raffo "Creidöra" (appennino 4p). A pagina  20 e 21 è riportata la fotografia di Giacomo Sala con in mano il piffero e Carlo Musso con in mano la musa, a Varzi nel 1930,  ma senza suonare. A pagina 25 la coppia è costituita da Giacomo Sala e Carlo Sala mentre stanno suonando.
Nota: si tratta della stessa immagine pubblicata da Viarengo nel 1985, Aurelio Citelli e Giuliano Grasso nel 1989, da Febo Guizzi nel 1990. La didascalia porta la data 1930.  La biografia dei suonatori è nel sito appennino 4p.


Cristina Ghirardini, Getto Viarengo, Pier Felice Torre, Renato Lagomarsino ,
Il piffero in Fontanabuona -  Quaderni del Lascito Cuneo. 2,  Comune di San Colombano Certenoli , Càlvari,  2007.
Nella pubblicazione vengono descritti gli strumenti conservati nella "Fondazione Museo Ettore Guatelli" e quelli conservati nel "Lascito Cuneo "
a San Colombano Certenoli (Genova) appartenuti al suonatore e costruttore Pietro Cuneo detto "Peetrun" (Càlvari 1825 - 1903).
Càlvari e frazione del comune di San Colombano Certenoli, Genova.



Claudio Gnoli e Fabio Paveto, La musa delle Quattro Provincie: "Speranze deluse"?, in Il Cantastorie, anno 45°, Terza serie, n°  72 (122), Gennaio - Giugno 2007. Pagine 41 - 45.
L'articolo è stato ripreso, ampliato con nuovo apparato critico per la pagina "La Musa delle quattro province", del sito www.appennino4p.it. Il sito è in continuo aggiornamento.

Le altre informazioni fornite dal sito sono:
qui trovate descritti "Gli strumenti antichi"
qui  "Dalla musa alla fisarmonica e ritorno"
qui " L'officina dei suoni"
qui l'elenco dei "Suonatori storici"
qui l'elenco dei "Suonatori recenti"
Paolo Ferrari, Claudio Gnoli, Zulema Negro, Fabio Paveto, Chi nasce mulo bisogna che tira calci, collana "Menüssie de gea n° 1", Associazione Musa, Còsola, prima edizione 2007, seconda edizione aggiornata 2008.
A pagina  33 viene descritta la tecnica per fabbricare gli otri usati dai mulattieri per portare i liquidi. Con lo stesso procedimento si preparavano anche le baghe per la müsa.
Nel capitolo di Claudio Gnoli e Fabio Paveto: " U messiè Draghin", alle pagine137 - 165, vi sono diversi riferimenti alla musa e alla coppia piffero-musa, con indicato suonatori, riti, aneddoti, località dove si suonava, contesto storico e sociale.


Nel Museo
"Lascito Cuneo"  a San Colombano Certenoli  (Genova), sono conservati pifferi, canne del canto e bordoni di musa. Gli strumenti sono stati interamente descritti da Cristina Ghirardini nelle relative schede, che riportano dimensioni, materiale,  stato di conservazione, provenienza e immagine.

in "Il Folklore d'Italia - La Lombardia", Organo della Federazione delle tradizioni popolari, anno 2011, n° 4, "Le Regioni d'Italia", Editore CDP Service Edizioni, San Severo, (FG)
A pagina 27 "La musica da piffero nella montagna pavese", di Giuliano Grasso, con riferimanti alla musa a pagina 28.
Febo Guizzi,  Note organologiche  sul piffero della montagna pavese, in "Pavia e il suo territorio", a cura di Roberto Leydi, Bruno Pianta e Angelo Stella, Mondo popolare in Lombardia n° 14, Silvana Editoriale, Milano 1990, pag 441 - 460.
Alla pagina 458 è riportato un disegno sommario della musa di  Carlo Musso detto "Pregaja" - "Carlaja" ( 1873  - 1956) di Pradaglia, frazione di Fabbrica Curone (Alessandria), da cui ho ricavato questo schema esemplificativo.

"Oboe popolare" con misure e struttura non usuali per essere un piffero, costruito da Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova); è stato trovato da Ilio Amisano nei primi anni '80, nella casa della nipote del Bacigalupo, che ancora conservava il tornio, gli utensili e alcuni strumenti. Tutto questo altro materiale è poi confluito nella raccolta del museo "Ettore Guatelli di Ozzano Taro" di Collecchio (Parma). Il canto completa la collezione del materiale di Nicolò Bacigalupo della "Fondazione Museo Ettore Guatelli".
È in legno di noce.

Qui si vede il disegno
Qui si vede la fotografia completa di disegno
Fotografia e disegno sono di  © V. Biella. Sono stati pubblicati per gentile concessione di Ilio Amisano.
Per la biografia del Bacigalupo si veda : www.appennino4p - i costruttori 
Piffero costruito da Nicolò Bacigalupo detto "u Grixiu", di Cicagna ( Genova, 1863 - 1937). Il canto è  in legno di olivo.
Fa parte della collezione privata di Ettore Losini detto Bani di Degara di Bobbio.
Fotografia e disegno © di V.Biella.
Copia del disegno è depositata presso il laboratorio di Ettore Losini.
Pubblicato per gentile concessione di E.Losini.
Per la biografia del Bacigalupo si veda : www.appennino4p - i costruttori 
Musa, di provenienza sconosciuta.
Fa parte della collezione di Ettore Losini detto Bani di Degara di Bobbio.

Fotografia e disegno © di V.Biella. Grafico conicità © di R. Gandolfi
Copia del disegno è depositata presso il laboratorio di Ettore Losini.
Pubblicato per gentile concessione di E.Losini.
Piffero costruito da Giovanni Stombellini detto "u Sartù" di Ozzola in Val Trebbia, 1876 - 1960 (www.appennino4p.it)
Fa parte della collezione privata di Ettore Losini detto Bani di Degara di Bobbio.
Fotografia e disegno © di V.Biella.
Copia del disegno è depositata presso il laboratorio di Ettore Losini.
Pubblicato per gentile concessione di E.Losini.
Per la biografia dello Stombellini si veda : www.appennino4p - i costruttori 
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Descrizione della bacheca con pifferi, muse e utensili, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
La bacheca è stata allestita da Ettore Guatelli con materiali di recupero.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"

(© foto di V. Biella - gennaio 2012).
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Descrizione della bacheca con utensili, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
La bacheca è stata allestita da Ettore Guatelli con materiali di recupero.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"

(© foto di V. Biella - gennaio 2012),

"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Alesatore per campana di piffero, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto di V. Biella - gennaio 2012)

"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Alesatore per piffero n° 49, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca degli utensili.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella, © grafico conicità R.Gandolfi - gennaio 2012)

"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Alesatore per piffero n° 50, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella, © grafico conicità R.Gandolfi - gennaio 2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Alesatore per piffero n° 52, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca degli utensili..
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella, © grafico conicità R.Gandolfi - gennaio 2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Piffero in ebano n° 58 (118), è collocato nella bacheca dei pifferi e muse e proviene dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937); non è attribuibile al " u Grixiu" perchè lo strumento è incompleto, in quanto mancano i fori di ventilazione. Si veda la relazione "I pifferi di Calvari, note tecniche e organologihe" citata qui sotto.

Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella, © grafico conicità R.Gandolfi - gennaio 2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Musa n° archivio A 13 (100 e 106), costruttore ignoto.
Collocata nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella, © grafico conicità R.Gandolfi - gennaio 2012)



"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.

canto di musa, n° archivio A 82 (101), dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.


Prova di suono sulla musa 101 effettuata al Museo Guatelli


Nella bacheca dei pifferi e delle muse sono conservati altri due canti di musa: A 80 (102) e A 81 (103).
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto di V. Biella - gennaio 2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
canto di musa, n° archivio A 80 (102), dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.

Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella - maggio  2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
canto di musa, n° archivio A 81 (103), dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.

Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella - giugno  2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Alesatore per musa n° 115, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella, © grafico conicità R.Gandolfi - gennaio 2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Piffero in palissandro n° 59 (117), dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella, © grafico conicità R.Gandolfi - gennaio 2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
insufflatori per la musa n° 111 e 112, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella - gennaio 2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Bordone per musa n° 104 (A 83), dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella - gennaio 2012)
"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Bordone per musa n° 105 (A 84), dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella - gennaio 2012)

"Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio, Parma.
Campana di piffero n° 125, dal laboratorio di Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Collocato nella bacheca dei pifferi e muse.
Pubblicato per gentile concessione della "Fondazione Ettore Guatelli"
(© foto e disegno di V. Biella - gennaio 2012)
Piffero appartenuto ad Agostino Orsi ( 1913 - 1997) detto "Stinollo" e "Ustinoli", di Rovaiolo Vecchio (Val Avagnone; www.appennino4p.it). È stato costruito da Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937).
Rilievi e misure effettuati da Ettore Losini detto Bani di Degara di Bobbio, il 9 marzo 2012. La campana non è stata disegnata perchè non originale del Bacigalupo, ma rifatta in un secondo momento.
Per gentile concessione. © Ettore Losini
Piffero appartenuto ad Angelo Vagge detto "Langin" o "Angin"  di Chiappa di Montoggio (Valle Scrivia, 1849 - 1936; www.appennino4p.it). Il costruttore è sconosciuto. La campana è andata persa. È più lungo degli altri pifferi rilevati.
Rilievi effettuati il 16 marzo 2012 a Degara di Bobbio da V. Biella, R. Gandolfi, C. Gnoli, C. Cacco, F. Paveto e E. Losini.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)
È di proprietà dei discendenti della famiglia Vagge, attualmente è custodito da Claudio Cacco di Montoggio, pubblicato per gentile concessione.
Lo strumento è già stato catalogato, con scheda descrittiva n° 1, da Cristina Ghirardini. Il piffero è stato testato da Roberto Ferrari, con una prova cieca, cioè senza nessun riferimento di partenza:  lo strumento risulta intonato con tonalità vicina al MI. Esiste il video della prova.
Piffero e musa di
Chiappa di Montoggio: alessandrina,
Piffero (riforato) appartenuto ad Angelo Vagge detto "Langin" o "Angin"  di Chiappa di Montoggio (Valle Scrivia, 1849 - 1936; www.appennino4p.it ). Il costruttore è sconosciuto. La campana è andata persa. È più lungo degli altri pifferi rilevati. Sul piffero è stata fatta una prima serie di fori, poi tappati e ricorretti con una seconda foratura.
Rilievi effettuati il 16 marzo 2012 a Degara di Bobbio da V. Biella, R. Gandolfi, C. Gnoli, C. Cacco, F. Paveto e E. Losini.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)
È di proprietà dei discendenti della famiglia Vagge, attualmente è custodito da Claudio Cacco di Montoggio, pubblicato per gentile concessione.
Lo strumento è già stato catalogato, con scheda descrittiva n° 2, da Cristina Ghirardini.
Musa appartenuta ad Angelo Vagge detto "Langin" o "Angin"  di Chiappa di Montoggio (Valle Scrivia, 1849 - 1936; www.appennino4p.it ). Il costruttore è sconosciuto.
Rilievi effettuati il 16 marzo 2012 a Degara di Bobbio da V. Biella, R. Gandolfi, C. Gnoli, C. Cacco, F. Paveto e E. Losini.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)
È di proprietà dei discendenti della famiglia Vagge, attualmente è custodito da Claudio Cacco di Montoggio, pubblicato per gentile concessione.
Lo strumento è già stato catalogato, con scheda descrittiva n° 3, da Cristina Ghirardini.
Flauto appartenuta ad Angelo Vagge detto "Langin" o "Angin"  di Chiappa di Montoggio (Valle Scrivia, 1849 - 1936; www.appennino4p.it ). Il costruttore è Giovanni Maria Anciuti, nato a Forni di Sopra, Udine, nel 1674 e scomparso nel 1744 a Milano. Il flauto è datato 1720.
Rilievi effettuati il 16 marzo 2012 a Degara di Bobbio da V. Biella, R. Gandolfi, C. Gnoli, C. Cacco, F. Paveto e E. Losini.
( Foto © V. Biella, grafico conicità e quote di © R. Gandolfi)
È di proprietà dei discendenti della famiglia Vagge, attualmente è custodito da Claudio Cacco di Montoggio, pubblicato per gentile concessione.
In questo video la prova su diapason e diteggiatura, effettuata il 15 aprile 2012 da Riccardo Gandolfi.
Piffero proveniente da Cantalupo Ligure (Val Borbera), probabilmente costruito da Ferdinando Cogo ( circa 1830 - 1887; www.appennino4p.it )  appartenente ad una famiglia di falegnami. Il piffero è già stato di Aldo Giacobone (1926 - 1956), oggi di Roberto Ferrari.
Rilievi effettuati il 15 aprile 2012 a Volpedo da
V. Biella, R. Gandolfi, C. Gnoli, C. Cacco, F. Paveto.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)

Piffero costruito da Nicolò Bacigalupo detto "u Grixiu", di Cicagna (Genova) 1863 - 1937.
Il piffero è già stato di Attilio "Andrea" Zanardi ( 1926 - 2010) pifferaio di Alpe di Gorreto ( si veda : www.appennino4p.it).
Oggi è di Roberto Ferrari.

La campana non è originale, ma di Ettore Losini di Degara di Bobbio.

Rilievi effettuati il 15 aprile 2012 a Volpedo da V. Biella, R. Gandolfi, C. Gnoli, C. Cacco, F. Paveto.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)

Piffero costruito da Giovanni Agnelli detto "Ciomb", di Agnelli ( Val Trebbia, 1945 circa - 2000 circa).
Poi di Rino Feltrinelli di Colombassi, oggi di Valter Freddo di Casalnoceto.
(Si veda www.appennino4p.it.)

Rilievi effettuati il 15 aprile 2012 a Volpedo da V. Biella, R. Gandolfi, C. Gnoli, C. Cacco, F. Paveto.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)

Piffero costruito da Nicolò Bacigalupo " u Grixu" di Cicagna ( Genova, 1863 - 1937) e appartenuto a Domenico Logomarsino detto "Meneghin" di Calvari ( 1896 - 1986)
Bibliografia : AAVV, "Il piffero in Fontanabuona", Quaderni del Lascito Cuneo, a cura del Centro di Documentazione della Civica Biblioteca di San Colombano Certenoli (Genova), novembre 2007

Rilievi effettuati il 21 giugno 2012 da V. Biella, R. Gandolfi e F. Paveto
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)







Museo "Lascito Cuneo" di Calvari (San Colombano Certènoli, Genova).
"I pifferi di Calvari, note tecniche e organologiche" di Valter Biella e Riccardo Gandolfi. 2012
Relazione con note tecniche e valutazioni sui "pifferi del Peetrun" conservati al Museo "Lascito Cuneo" di Calvari (San Colombano Certènoli, Genova).
Qui si può scaricare la relazione: ISBN 978-88-88590-75-2

Su alcuni pifferi e muse antiche sono state effettuate delle prove per valutare l'intonazione:
- il piffero antico di Chiappa di Montoggio, appartenuto ad Angelo Vagge (1849 - 1936), in tonalità di MI
- piffero e musa di Chiappa di Montoggio: alessandrina,
- piffero "antico lungo di Calvari", in tonalità di FA
- piffero antico ritrovato a Casalbusone, in tonalità di FA
- il piffero di Carlo Agosti "Carlon" con un'ancia per suonare in SOL, costruita da Ettore Losini "Bani"
- il piffero di Carlo Agosti "Carlon" con un'ancia ricalcolata proporzionalmente alle dimensioni del piffero, di Riccardo Gandolfi, il piffero risulta intonato in FA




Luciano Messori, "Piffero e musa - una coppia virtuale di suonatori di fine '800 esegue il repertorio di Giacono Jacmon Sala", autoprodotto, 2012.
Si tratta di una ricostruzione ragionata della coppia piffero - musa, basata su di un lavoro di ricerca iniziato dall'autore nel 1978. Non suono i suoni reali, ma campionati attraverso il computer. Vengono analizzate le possibilità armoniche. Qui si può scaricare il libretto allegato.

Museo "Lascito Cuneo" di Calvari (San Colombano Certènoli, Genova).
piffero proveniente dal materiale di Pietro Cuneo detto "Peetrun" (1825 - 1903), oggi nel Museo "Lascito Cuneo" di Calvari, San Colombano Certènoli, Genova.
Bibliografia : AAVV, "Il piffero in Fontanabuona", Quaderni del Lascito Cuneo, a cura del Centro di Documentazione della Civica Biblioteca di San Colombano Certenoli (Genova), novembre 2007
Rilievi effettuati il 19 maggio 2012. Nello stesso giorno è stato testato da Fabio Paveto, con una prova cieca, cioè senza partire da nessun riferimento: il piffero risulta intonato in una tonalità vicina al FA.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)

Museo "Lascito Cuneo" di Calvari (San Colombano Certènoli, Genova).
Musa 1 proveniente dal materiale di Pietro Cuneo detto "Peetrun" (1825 - 1903), oggi nel Museo "Lascito Cuneo" di Calvari, San Colombano Certènoli, Genova.
Bibliografia : AAVV, "Il piffero in Fontanabuona", Quaderni del Lascito Cuneo, a cura del Centro di Documentazione della Civica Biblioteca di San Colombano Certenoli (Genova), novembre 2007
Rilievi effettuati il 19 maggio 2012.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)

Museo "Lascito Cuneo" di Calvari (San Colombano Certènoli, Genova).
Musa 2 proveniente dal materiale di Pietro Cuneo detto "Peetrun" (1825 - 1903), oggi nel Museo "Lascito Cuneo" di Calvari, San Colombano Certènoli, Genova.
Bibliografia : AAVV, "Il piffero in Fontanabuona", Quaderni del Lascito Cuneo, a cura del Centro di Documentazione della Civica Biblioteca di San Colombano Certenoli (Genova), novembre 2007
Rilievi effettuati il 19 maggio 2012.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)
piffero ritrovato a Casalbusone, frazione di Mongiardino Ligure in Val Gordenella, provincia di Alessandria.

Rilievi effettuati il 13 agosto 2012.
Nello stesso giorno è stato testato da Fabio Paveto,
con una prova cieca, cioè senza partire da nessun riferimento: il piffero risulta intonato in una tonalità vicina al FA.
(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)

Piffero suonato da Carlo Agosti "Carlon", pifferaio di Gregassi in Val Curone ( 1859 - 1949)
Rilievi effettuati il 13 agosto 2012. Nello stesso giorno è stato testato da Fabio Paveto, con una prova cieca, cioè senza partire da nessun riferimento: il piffero risulta intonato in una tonalità vicina al FA.

(Disegno e foto © V. Biella, grafico conicità © R. Gandolfi)

ance per il piffero di Carlo Agosti "Carlon", pifferaio di Gregassi (1859 - 1949)  e la musa di Carlo Musso "Carlaja" di Pradaglia in Val Curone (1873 - 1956), tutte costruite da "Carlon"

(foto © V. Biella)

Fisarmonica della "Fabbrica Maga" di Stradella, costruita prima del 1960. Già di Attilio Rocca "Tillion. Oggi di Laura Massobrio. Il diapason originale, quando era ancora usata da Attilio Rocca, era di 425 HZ. Ora è stata riaccordata a 440 Hz. Con questa fisarmonica, accordata a 425 Hz, Attilio Rocca ha occasionalmente accompagnato Ettore Losini "Bani" al piffero.
Informazioni fornite da Laura Massobrio.

Sul numero 11 della rivista "Novel Temp" ( settembre 1979), alla pagina 10 compare l'articolo di Costanzo Lorenzati dal titolo "Strumenti antichi per danze popolari in Val Po", con inserita una interessante cartolina, che porta la dicitura "Banda Musicale di Martiniana Po", probabilmente di inizio secolo. Martiniana Po è comune della provincia di Cuneo della Bassa Valle Po, facente parte della Comunità montana Valli Po, Bronda, Infernotto, Varaita.
In un numero successivo, sempre nella rivista "Novel Temp", troviamo l'articolo a firma Maurizio Tucino (pseudonimo, in realtà Bernard Ménétrier), dal titolo "Qualche osservazione sul pinfer di Martiniana" che aggiunge alcune considerazioni sullo strumento di Martiniana Po. (Ringraziamo Jan Peire de Bosquier per averci forinito copia delle riviste, oramai pezzi rari)
Grazie alla disponibilità dell'autore C. Lorenzati, pubblichiamo una migliore scansione della  cartolina con il gruppo di suonatori.
Probabilmente la situazione è un momento di festa (forse di Carnevale), giocoso: gli strumenti in mano ai musicisti sone le "ravi", dei kazoo ricavati da rape scavate, divise in due e poi sovrapposte. Il suonatore di oboe è invece una figura interessante: è difficile stabilire, dalla fotografia, che tipo di oboe sia.
Ringraziamo Costanzo Lorenzati per aver messo a disposizione il materiale, compreso un ingrandimento del suonatore.
Lasciamo ad altri il compito di aggiungere ulteriori informazioni, che possano spiegare i quesiti posti dall'immagine.

Nella pubblicazione "Valados Usitanos" del 1985 sempre di Costanzo Lorenzati  vengono aggiunte altre considerazioni sulla presenza  di pive e pifferi nelle Valli Occitane.
Qui inseriamo l'immagine del noto affresco della "piva di Stroppo".
nella rivista internazionale di organologia "The Galpin Society Journal", Marzo 2014 , n° LXVII, studio di Riccardo Gandolfi, Valter Biella e Claudio Gnoli su: "A Comparative Study of Northern Apennine Bagpipes and Shwams". La rivista è stampata dalla "Galpin Society" di Edimburgo


( per chi ne fosse particolarmente interessato posso fornire, via mail, l'estratto che riguarda l'articolo)

musa completa di sacca, piffero e scatoletta con le ance per musa e piffero, di inizio 1900. Tutto proveniente da Cicagna, quindi Nicolò Bacigalupo "u Grixiu" di Cicagna (Genova, 1863 - 1937), stando a quanto riportato sulla scatoletta delle ance.
Collezione privata, per gentile concessione.
Rilievi e fotografie effettuati il 3 maggio 2014 da  © Valter Biella, © Beatrice Pignolo e  ©
Rinaldo Doro

filmato dell'Istituto Luce segnalato da Rinaldo Doro.
Giornale LUCE 30 settembre 1932: "Piacenza, la prima mostra nazionale delle uve da tavola"
A 1' e 10" compare una coppia piffero e fisarmonica. Il suonatore di piffero potrebbe essere Fiorentino Azzaretti "Fiurentin" 1879 - 1953 ( su consulenza di www.appennino4p/it)