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Gli strumenti originali

(a cura di Valter Biella - ultimo aggiornamento agosto 2016)

Dove trovare gli strumenti originali
Sette sono gli strumenti ritrovati, ad iniziare dai primi anni '80, grazie alle mie ricerche. Erano nei posti più disparati: in soffitta, in "scatole delle scarpe", abbandonati in sacchetti, riposti come soprammobili. Tutti erano oramai non più usati da decenni. Un  lungo lavoro di convincimento ha permesso di salvarli dall'oblio. Di questi sette, ben cinque sono oggi visibili da tutti, restaurati e conservati in luoghi sicuri e accessibili.


Lo strumento (incompleto) di Luigi Cattaneo detto "Rüina", passato poi a Giacomo Ruggeri e da lui al pronipote Luciano Carminati.

Dello strumento originale sono rimasti i bordoni. La canna del canto è una ricostruzione di V. Biella, per completarne la forma primitiva.

Nel dicembre 1983 ho conosciuto per la prima volta Giacomo Ruggeri, che mi ha mostrato I bordoni (incompleti) i quali erano in possesso del pronipote
Luciano Carminati.
Tutte le ance, la "éra", il pezzo di bordone rotto e la parte centrale del bordone maggiore provengono dal materiale di ricerca mio personale, in quanto sono parti di strumento che Giacomo Ruggeri mi aveva regalato nel corso dei numerosi incontri effettuati nel 1983 / 84. Sono stati ritrovati per una banale coincidenza: Giacomo Ruggeri non ricordava nemmeno più di possederli ma rimettendo in ordine l'armadio dove teneva gli effetti personali, tra i tanti pacchetti, ve ne era anche uno con questi pezzi di cornamusa bergamasca.

Ho poi personalmente curato la ricostruzione, il restauro e la ricollocazione su pannello di tutte le parti. 

La prima descrizione di questi bordoni la troviamo in:
V. Biella, "Baghèt o piva delle Alpi", Quaderni di ricerca n° 3,
A.R.P.A., Bergamo, febbraio 1984. Pagine 20 - 23.


Nel settembre 2010 è stato donato da Luciano Carminati  al Comune di Casnigo che lo ha esposto nella sede Municipale, diventando patrimonio dell'intera Comunità.

In Biblioteca è disponibile il materiale di ricerca e la brochure curata dall'Assessorato alla Cultura.

© foto Assessorato alla Cultura Comune di Casnigo, è vietata ogni riproduzione se non espressamente autorizzata.






Il "baghèt" dei "Fiaì", gli Zilioli di Casnigo.
Appartenuto a Luigi Zilioli (1858 - 1924) e poi al figlio Giacomo (1906 - 1974)


Lo strumento è stato ritrovato da V. Biella  nell'ottobre 1990.

La prima descrizione di questo strumento la troviamo in:
V. Biella, "Legno corteccia e canna", Quaderni dell'archivio della cultura di base n° 21, Sistema Bibliotecario Urbano di Bergamo, 1993. Pagine 32 - 36.



Il 23 marzo 2012 è stato donato al Comune di Casnigo ed ora è esposto in Municipi
o.

Video 1
Video 2



È stato restaurato, ricostruito e montato sul pannello da V. Biella.


© foto di V. Biella, è vietata ogni riproduzione se non espressamente autorizzata.
Baghèt appartenuto a Quirino Picinali (1880 - 1962), di Gandino.

Lo strumento è stato ritrovato da V. Biella nell'agosto 1989.

La prima descrizione di questo strumento la troviamo nella rivista "Utriculus" anno 1° numero 2, luglio/settembre 1992, alle pagine 37 - 41.

La scheda completa è in:
V. Biella, "Legno corteccia e canna", Quaderni dell'archivio della cultura di base n° 21, Sistema Bibliotecario Urbano di Bergamo, 1993. Pagine 21 - 25.


Dall'ottobre 2010 è esposto nella Biblioteca di Gandino, grazie alla disponibilità del discendente del suonatore.

VIDEO di Antenna 2 TV del 12 ottobre 2010.


È stato restaurato, ricostruito e montato sul pannello da Valter Biella nel giugno 2010.

© foto di Valter Biella
è vietata ogni riproduzione se non espressamente autorizzata.



La "pìa" dei "Serì", i Maffeis di Semonte di Vertova.

Lo strumento è stato ritrovato da V. Biella nel giugno 1984.

La prima descrizione di questo strumento la troviamo in:
V. Biella, "Ricerca sulla piva nel bergamasco", Preprint n° 4, Università degli Studi di Bologna  Dipartimento di Musica e Spettacolo, Bologna 1985. Pagine 31 - 39.

È stato restaurato e montato sul pannello da Valter Biella.


© foto di Valter Biella
è vietata ogni riproduzione se non espressamente autorizzata.

la "diana" del "Parécia",
ritrovata da V. Biella nel luglio 1983


La prima descrizione di questa diana la troviamo in:
V. Biella, "Baghèt o piva delle Alpi",
A.R.P.A., Bergamo, febbraio 1984. Pagine 20 - 23.

© foto di Valter Biella, è vietata ogni riproduzione se non espressamente autorizzata.

è possibile consultare tutto il materiale bibliografico che riguarda "il baghèt" nonchè
le registrazioni originali depositate nell' "Archivio Privato V. Biella".

Questi qui a sinistra sono i primi lavori di studio, tutti depositati nelle biblioteche provinciali:
- "baghèt o piva delle Alpi" del febbraio 1984
- "Ricerca sulla piva nel bergamasco" del 1985
- "Il baghèt, un'antica tradizione bergamasca" del 1988.