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Il baghèt, lo strumento

Le descrizioni che ritrovate qui sotto sono il risultato delle mie ricerche iniziate nel 1983, e costituiscono materiale inedito.
(© Valter Biella
- ultimo aggiornamento agosto 2106)

Il baghèt della media Valle Seriana e Valle Gandino è composto:
 
-  dalla sacca, la "baga",
-  dalla canna del canto la "diana",
-  dai due bordoni detti "orghègn"
-  dal "bochì", con cui si riempie la "baga".

La tonalità originale era il LA, stando a quanto mi è stato insegnato da Giacomo Ruggeri detto "Fagòt". Le mie prove su strumenti originali hanno stabilito che questa intonazione era un valore relativo, non assoluto. D'altro canto la cornamusa era solista. Non doveva confrontarsi con altri strumenti ad intonazione fissa.

La "diana" emette otto note, partendo dall'anulare, mentre chiudendo anche il mignolo si ottiene la sensibile.

 
I due bordoni sono così intonati: una ottava sotto la diana quello piccolo, e due ottave sotto quello maggiore.

Qui sotto si trovano i video di alcune musiche da me suonate, con la diteggiatura insegnata da Giamo Ruggeri, sull'antica diana dei Savoldelli, i "Parécia" di Gandino. Lo strumento è stato completato con i bordoni ricostruiti sulla base degli originali:
la scala, con alcune ulteriori posizioni ricavate direttamente studiando lo strumento originale, senza apportare nessuna modifica
la pastorella
la baciuchina
la "Bergamasca" di Gasparo Zanetti
"Schiarazula Marazula" di Giorgio Mainerio

"Tourdion la Magdalena" di Attaignant
"Petit Vriens" danza italiana del XV secolo
Cantigas de Santa Maria n° 100: "Santa Maria strela do dia"

tutte queste prove sono state effettuate ricercando l'ancia ottimale come misura, senza modificare in alcuna maniera lo strumento.  Le musiche antiche sono state inserite per meglio capire quanto può essere arcaico il baghèt dei Parecia

L'ancia della "diana", in canna palustre, è un'ancia doppia ed è chiamata "pìa".
Quella dei bordoni è semplice e viene chiamata "spölèta".
La baga era in pelle di capra o pecora, con il pelo rasato e lasciato all'interno. Veniva ritagliata, piegata su se stessa e poi cucita lungo il bordo inferiore.


Gli strumenti rimanevano quasi sempre all'interno della cerchia dei parenti, ed erano i suonatori stessi che provvedevano alla manutenzione ed alle eventuali riparazioni



( © foto di Valter Biella)

sopra: lo strumento appartenuto alla famiglia Maffeis, conosciuta come "Serì", originaria di Semonte di Vertova (Bergamo).
sotto: la sua radiografia.
I "Serì" chiamavano la cornamusa con il termine di "pìa"
(© foto e radiografia di Valter Biella)


sopra: lo strumento di Picinali Quirino detto "Manòt" ( 1880 - 1962), di Gandino
( © foto di Valter Biella)
a sinistra: radiografia dello strumento dei "Serì".
La concavità interna era ricavata senza applicare un tappo,
ma direttamente da un blocco compatto di legno.
La foratura della canna del canto è conica e ottenuta con un unico utensile
( © foto di Valter Biella)


Qui sotto: disegno dello strumento dei "Serì", i Maffeis di Semonte, frazione di Vertova (Bergamo). Maggiori dettagli con tutto il materiale di ricerca si può trovare nelle mie pubblicazioni, di cui l'ultima è:
"Pia o baghèt - La cornamusa in terra di Bergamo" di Valter Biella.  Il lavoro è stato pubblicato nel novembre 2010 dalla Amministrazione Comunale di Casnigo, con la collaborazione della Associazione "Il baghèt". Si può richiedere direttamente alla Biblioteca di Casnigo
( © di Valter Biella)



Qui sotto: lo strumento di Picinali Quirino detto "Manòt" ( 1880 - 1962), di Gandino ( © Valter Biella)



  Qui sotto: altre parti di cornamuse bergamasche :